A Riccione succede anche questo: si riscrivono le regole della grammatica italiana. Perché proprio nella Perla Verde è stata inaugurata la prima passive house (casa passiva) della provincia: un edificio che non subisce l’azione, bensì la compie!
In ambito edilizio, infatti, si definisce “passiva” una struttura che copre il fabbisogno energetico grazie a dispositivi interni: non ci sono caldaie o altri sistemi convenzionali: l’efficienza energetica si massimizza attraverso i flussi di caldo e freddo tra esterno e interno. ⚡
Certificazione internazionale

Credits: Comune di Riccione
A certificare la costruzione sostenibile e l’impegno del comune di Riccione nella lotta agli sprechi, è arrivato l’attestato del Passive House Institute Italia. L’istituto, pioniere della bioedilizia, si occupa da oltre 10 anni di edifici energeticamente sostenibili: dalle case passive alle Energy Plus, fino alle NZEB (Near Zero Energy Building).
Il riconoscimento, consegnato dal direttore Gunther Gantioler, testimonia la validità e la funzionalità del progetto: una casa di quasi 230 metri quadrati che migliora la struttura urbana ed ambientale della città.
La casa in numeri

Credits: Comune di Riccione
L’edificio, ecocompatibile ed ecosostenibile, comporta diversi vantaggi: 35% di risparmio sull’elettricità, grazie al 55% del fabbisogno energetico soddisfatto dall’apporto solare attivo ☀️, isolamento termico, ventilazione meccanica controllata, struttura antisismica. Insomma, fa bene all’ambiente, alla località e ai residenti!
Riccione con l’esperienza della passive house si conferma quindi una destinazione green pronta ad accettare, e vincere, la sfida ecologica. All’inaugurazione della casa, il sindaco Renata Tosi ha commentato con entusiasmo: “La bioedilizia è il futuro delle costruzioni civili e non; abbiamo creato appositamente uno strumento urbanistico per poter incentivare la conversione. Il cambio di passo e di stile nell’edilizia privata e commerciale è particolarmente necessario per città come la nostra, con una forte vocazione al bello, al verde e all’ambiente”.
Perché la consiglio?
Il futuro è già qui