Ebbene sì, il tempo passa e anche la terza edizione dello Street Food d’Autore, ideato da Marina Pasquini, presidente del gruppo Italy Family Hotels, spegne le sue luci.
Marina ama viaggiare; soprattutto ama viaggiare in Italia, paese che, sopra tutti gli altri, è conosciuto nel mondo per le bontà che porta in tavola. È proprio da qui che nasce il concetto del festival: elogiare tutto ciò che la nostra terra ha da offrire.
Ecco che, allora, Marina decide di accompagnare i propri ospiti in un viaggio attraverso diversi territori, offrendo i cibi che lei stessa predilige di più e dei quali non può proprio fare a meno.
E allora… Pancia mia fatti capanna!
Direttamente dalla Sicilia: Antonino Buffa

Credits: Riccione Happy Days | Martina Fantini
Conosciuto come Nino ‘U Ballerino, viene soprannominato così sia per il suo amore dedicato al ballo, sia per i movimenti fatti durante la “conzatura”, ossia la preparazione del famoso Pani ca meusa (il panino con la milza).
Oltre a questa specialità, che rappresenta una tradizione di famiglia, Nino ha portato all’Hotel Belvedere anche altri elementi dello street food siculo: a capunata, u’cannolu sicilianu e, non ultimo, pani chi panelle.
Da Padova: la Folperia

Credits: Valentina Gallimberti Ballarin
A conduzione familiare, i fratelli Barbara e Max, accompagnati dalla moglie Luisa, hanno fatto arrivare in Romagna una peculiarità culinaria veneta: il folpo (o polpo!). Grande o piccino, viene cucinato sul momento con una salsa segreta che lo rende davvero unico al palato.
Ed ecco dall’Umbria, Giuliano Tartufi

Credits: Riccione Happy Days | Martina Fantini
Eletto da poco Cavaliere della Repubblica, Giuliano Martinelli, convinto che la ricerca del tartufo rappresentasse un’arte, decide di licenziarsi dal vecchio impiego per intraprendere questa nuova strada insieme alla sua compagna di avventure Lolita che, come lui, impara nel tempo ad avere “fiuto” per questi splendidi tesori del sottobosco.
Allo stand: i crostini con le salse da lui prodotte e i profumatissimi cappellacci al tartufo.
Gli arrosticini dell’Abruzzo

Credits: Riccione Happy Days | Martina Fantini
Vengono offerti dagli amici di Marina, Pierluigi e Davide, ormai assidui frequentatori del Belvedere. Entrambi i cultori della storia abruzzese hanno deliziato gli ospiti con i tipici spiedini di carne di castrato legati alla tradizione pastorale dell’Appennino. Ad accompagnarli? Formaggi e confetture del territorio.
La profumata Norcineria

Credits: Riccione Happy Days | Martina Fantini
A cura dello chef e della cucina del Belvedere, ha messo in tavola i salumi più pregiati del territorio nazionale: culatta reale, sbriciolona (finocchiona), capocollo di Martina Franca, salame con aglio Casa Cason, pezzente della montagna materana (tipico lucano tagliato a grana grossa e mescolato a sale, peperone dolce macinato, semi di finocchietto e aglio), salame rosa (tipico della tradizione bolognese, con profumi di mortadella e prosciutto cotto).
Tutto questo ben di Dio, da accompagnare a pane e schiacciata, è stato sapientementa tagliato dall’affettatrice d’autore Snaidero, che vanta tre esemplari in tutto il mondo, uno dei quali di proprietà dell’hotel riccionese.
Con furore dalla Puglia: Caseus

Credits: Riccione Happy Days | Martina Fantini
Allo stand abbiamo conosciuto Vincenzo Troia, mastro casaro, e la compagna Daniela. Sotto i nostri occhi un piccolo show cooking durante il quale Vincenzo lavora la pasta filata per poi creare burrate e nodini di mozzarella, a cui si affiancano ricottine con miele (invecchiato o di anice stellato) e altri formaggi
Ivan e le golosità di Candy Fruit

Credits: Riccione Happy Days | Martina Fantini
Dritto dritto dal bagnasciuga, Ivan, il mago dello spiedino caramellato. Proprio lui, quello dolce e croccantino che, nonostante faccia salire la glicemia, fa davvero leccare i baffi. Dal suo magico carretto sono usciti stuzzichini con uva, pesche, fragola e uva, noci, fichi e albicocche. Street food alla riccionese.
Originaria del Piemonte, la birra Baladin

Credits: Birre Baladin
Ad aiutare noi poveri mortali con la prosecuzione degli assaggi ci ha pensato lei, la birra
Nata grazie all’inventiva di Teo Musso, che facendosi guidare dalle emozioni si autodefinisce un imprenditore anomalo, è la prima ad avere come caratteristica materie prime provenienti esclusivamente dal territorio italiano. In che modo? Grazie ad una filiera breve e nazionale.
A presentarla: Cico Fallarini.
Le bollicine emiliane Cantine Ceci

Credits: Riccione Happy Days | Martina Fantini
Nascono nel 1938 quando Otello Ceci trasmette ai propri figli, Bruno e Giovanni, la propria passione: il vino. È in questo modo, con la pigiatura dell’uva e la successiva fermentazione, che questo amore sfocia in una realtà familiare impadronitasi oggi della scena enologica parmense.
Le proposte: Otello Rosé, Otello Nero di Lambrusco e infine Bruno e le rose, uno champagne brut rosé fresco e persistente.