Giorgio Comaschi – giornalista, conduttore tv, attore – è uno di quei personaggi dalla mente rapida. Una saetta. Pirotecnico e geniale. Capace di trasformare i termini in veri e propri spettacoli da godere e da rivedere decine di volte. È successa la stessa cosa con lo “spot” improvvisato – divenuto virale sul web – dedicato al “Soccia” Alimentari. Da qui l’occasione per fare due chiacchiere con lui.
Come è nata l’idea dello “spot” per il Soccia Alimentari di Riccione?
“No, macché spot. Non è uno spot, ma soltanto il fatto (gratuito) che mi piaceva sottolineare l’idea. È osare un termine che ormai è un’intercalare e quindi è inutile andare a cercare il significato letterale. Un bolognese che a Riccione apre un negozio e lo chiama Soccia lo trovo geniale”.
Che rapporto ha con Riccione? La frequenta, ci è venuto in vacanza, ci trascorre qualche giornata in compagnia di amici, è sua meta abituale?

“Ci venivo spesso da ragazzo. La frequento ancora, ho degli amici lì, soprattutto uno, Eraldo Pecci, capitano di un bel Bologna e mente sopraffina del calcio. Un compagno di risate, un complice. Lo considero di Riccione perché ci abita anche se lui è di San Giovanni in Marignano”.
Bologna-Riccione, non siamo proprio sulla direttrice della Via Emilia ma il connubio tra la città delle Due Torri e la Perla Verde è a dir poco antico. Cosa le piace? In cosa, invece, la migliorerebbe?
“Negli anni Sessanta per Bologna era il mito dell’estate: viale Ceccarini, il Canasta, i locali, la notte della Riviera. Si andava “giù” a Riccione e “su” a Cortina. Mi sembra cambiata in meglio, lungomare molto bello; è ordinata, si mangia bene, c’è il gusto della vita, ci sono i ricordi. Quando si nomina Riccione si sorride”.
Se le fosse chiesto di coniare uno slogan, direbbe che Riccione è?
“Riccione è un sogno per stanotte. Oppure Riccione è ovunque. O ancora Riccione – dice Giorgio Comaschi – è il salotto con le braghe corte”.
Giornalista, conduttore televisivo, attore: un curriculum strepitoso. Immaginiamo che per 48 ore lei abbia carta bianca e la possibilità d’inventare un format tutto declinato su Riccione, a cosa si ispirerebbe?
“Al modo di stare insieme che abbiamo da queste parti. Un salotto appunto. Un bar della spiaggia con i personaggi che vanno e vengono, che chiacchierano, che si raccontano verità e balle con la stessa disinvoltura. Mangiando e bevendo qualcosa. Ogni tanto arriva qualcuno che canta o che suona. Ci sto. Lo consumo io. Ahahaha”.